APRIRE UN’INCHESTA SULLA GESTIONE DEI SERVIZI ALL’AEROPORTO LEONARDO DA VINCI

27 agosto 2009

Ho appena presentato un’interrogazione urgente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, per chiede re di dare vita ad una commissione tecnica che apra un’inchiesta approfondita sui gravi disservizi denunciati in questi giorni dalla stampa, avvenuti a Fiumicino all’aeroporto intercontinentale Leonardo Da Vinci.

21 agosto 2009

dal quotidiano LIBERO ed.Roma, del 20 agosto 2009

Il senatore Domenico Gramazio (PDL) dichiara:

“Il quotidiano Libero in data 13 agosto nel fondo di apertura di cronaca a firma di Giovanni Tagliapietra denuncia la grave situazione dei malati oncologici che non possono effettuare le cure previste a causa della chiusura estiva delle strutture preposte all’erogazione delle prestazioni. L’interrogante chiede al Ministro competente che faccia tutti i passi necessari nei riguardi della Regione Lazio per intervenire concretamente e, se fosse necessario, visto che le strutture sono accreditate dal Sistema Sanitario Regionale, di procedere alla revoca immediata di tale accreditamento. Numerose associazioni di tutela del malato hanno provveduto a denunciare a “Libero” i nomi delle strutture che hanno rifiutato di erogare le cure a causa della chiusura estiva.

RICCARDO MUTI AL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA

Il maestro Riccardo Muti ha accettato la direzione musicale dell'Opera di Roma dal dicembre 2010. Il Sindaco Gianni Alemanno ha detto: "puntiamo sull’eccellenza, questa è una scelta di grande qualità".
L’operazione Muti è stata condotta dal Sindaco di Roma con l’apporto determinante di Bruno Vespa. Concordo con quanto ha affermato il Vice Capogruppo del PDL in Campidoglio, Luca Gramazio, secondo il quale sarà un orgoglio per la nostra città ospitare non solo un grande interprete della musica classica ma anche uno degli italiani più apprezzati nel mondo.

IL PIANO SANITA' DI MARRAZZO BOCCIATO DAL PDL

20 agosto 2009

Dal quotidiano IL TEMPO del 20 agosto 2009

Il piano presentato per il riordino ospedaliero della Giunta Marrazzo è stato bocciato non solo dal Pdl ma anche da tutte le organizzazioni sindacali sia dei medici che nell'ambito della componente Sanità. Il piano ha visto anche la ferma opposizione di tutte le Onlus che operano nella sanità, oltre all'Aiop, a Federlazio Sanità e a tutti coloro i quali vivono e operano nella sanità della Regione Lazio. Sta di fatto che Marrazzo non si è potuto presentare alla Commissione Sanità della Regione Lazio perchè anche esponenti della sua maggioranza si sono dichiarati contrari alla sua proposta che, tengo a precisare, non è la proposta del Sub-Commissario Morlacco, che non ha titolo politico per presentare il piano stesso, in quanto è chiamato solo a "far di conto" sulla spesa sanitaria. E' da più di un anno che assieme al consigliere regionale Tommaso Luzzi, membro della Commissione Sanità e agli altri membri del Pdl nella Commissione stessa, abbiamo segnalato l'aumento di 300 mila residenti nel lazio. Dato già registrato dall'Istat ai primi del 2009. E' su questi dati che va aperto il confronto con tutte le forze politiche-sindacali e sociali che operano nel sistema sanitario regionale. E non bisogna dimenticare che la Corte dei Conti ha completamente assolto da ogni addebito la ginta di centro-destra alla Regione lazio guidata da Storace. Voglio solo ricordare che durante quella esperienza furono aperte tre strutture ospedaliere nella nostra regione mentre Marrazzo, assieme a Montino, hanno tagliato con l'ascia posti letto pubblici e accreditati. Tanto volevo puntualizzare alla tua attenzione, con l'obiettivo di essere sempre chiari sul futuro della nostra sanità regionale.
Senatore Domenico Gramazio Vicepresidente Vicario della Commissione Sanità del Senato e membro della Commissione parlamentare d'Inchiesta sul SSN

IN QUINDICI CORRONO PER L'ASP. E ORA MARRAZZO HA PAURA DI PERDERE UNA PEDINA CHIAVE

12 agosto 2009

Dal quotidiano Libero, ed.Roma del 12.08.2009, a firma di Giovanni Tagliapietra

Sono rimasti in quindici, dopo la prima sommaria scrematura, i candidati alla carica di direttore generale dell’Asp, l’Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio. Un ruolo di assoluta importanza nella geografia del potere politico. Claudio Clini, il manager uscente (formalmente è già passato ad altro incarico ma è ancora in funzione per le attività correnti fino a fine mese ma non rinuncia a contrastare provvedimenti e attività dei suoi avversari interni) è stato l’uomo chiave del piano di riordino ospedaliero, ha dato il suo pesante contributo tecnico alla politica della cabina di regia dei Marrazzo-boys; è ovvio che il Governatore tremi di fronte alla prospettiva che quel potere finisca nella mani sbagliate.
Ma il Cda dell’Agenzia ha tenuto duro resistendo ad ogni pressione, ha insediato la commissione di saggi presieduta dal rettore della Sapienza Luigi Frati e ha avviato l’iter per la nomina di un nuovo Dg. Ieri mattina sono usciti di scena un candidato per limiti di età (70 anni) e tre per aver presentato la domanda fuori tempo massimo. Dei rimasti si sa quasi nulla, la lista è segretissima, ma le indiscrezioni fanno capire che ci sono diversi “noti”. Vengono quasi tutti dal Lazio tranne qualche eccezione (professori universitari) appartengono già a diverso titolo alla nomenclatura del potere sanitario laziale. Ci sono un direttore generale, diversi direttori sanitari di Asl e di aziende ospedaliere, qualche capo dipartimento, un paio di alti dirigenti dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Il posto fa gola ed è di importanza cruciale.
L’Asp è il braccio tecnico del potere sanitario regionale, fornisce gli elementi di valutazione, gli indirizzi sui quali il Governatore-commissario prende le sue decisioni. Ma l’Agenzia fa anche controlli sull’appropriatezza delle prestazioni, valuta l’efficienza delle strutture sanitarie esistenti nella Regione, incrocia i dati ed è in grado di evidenziare questa o quella carenza, questa o quella esigenza. Questo ruolo può essere utile o risultare imbarazzante, ed è comprensibile l’ansia con la quale Marrazzo guardi alla evoluzione delle cose dell’ente di Piazza S. Costanza.
Il Cda, spinto dai due membri senatori D’Ubaldo e Gramazio (che il governatore ha cercato invano di esautorare in extremis appellandosi alla incongruità del loro doppio incarico) stanno spingendo perché si faccia in fretta. Oggi i tre saggi lavoreranno già sulle schede, il termine per il loro lavoro è fissato per gli ultimi giorni del mese quando consegneranno le loro valutazioni. Poi il Cda, forse già il primo settembre, sceglierà.

DAI QUOTIDIANI DI OGGI

7 agosto 2009

"Marrazzo prova a fare il golpe all'Asp" Libero

"Marrazzo ora punta a farsi amico il CdA dell'Asp" Il Giornale

E' scontro aperto tra il Presidente della Giunta regionale, Piero Marrazzo, e i due consiglieri di amministrazione dell'Asp, l'agenzia di sanità pubblica del Lazio, i senatori Domenico Gramazio e Lucio D'Ubaldo. Il Tempo, Roma

POTENZIARE SUBITO L’ARES 118

In questi giorni, mentre si tratta per il riordino della Rete Ospedaliera, si dimentica invece di operare attentamente per il potenziamento dell’emergenza sanitaria. Concordo con quanto afferma in una nota il Consigliere Regionale del Lazio e Componente della Commissione Sanità della Regione, Tommaso Luzzi, secondo il quale l’azienda ARES 118 di Roma e del Lazio ha bisogno seriamente di un incremento di forze-lavoro, oltre ad una maggiore attenzione circa la finanza dell’azienda stessa. In questo momento anche le organizzazioni sindacali e la Rappresentanza Sindacale Unitaria chiedono maggiore attenzione al Direttore Generale dell’Azienda per il potenziamento dei servizi estivi. Qualche tempo fa il Presidente della Regione intervenne personalmente ad un’iniziativa dell’ARES 118 per il potenziamento dei servizi dell’emergenza; da quel giorno ad oggi nulla si è realmente visionato circa il potenziamento dell’emergenza sanitaria. Come Luzzi ritengo che un azienda come l’ARES 118 non possa essere messa al pari di aziende che hanno la copertura dei posti letto; la funzionalità dell’Ares 118, che viene richiesta anche da tutte le organizzazioni sindacali, riguarda il sistema dell’emergenza, un sistema che va garantito soprattutto in questo periodo in cui si registra lo spostamento di centinaia di migliaia di cittadini nel territorio della Regione Lazio. Dalle zone montane al litorale il potenziamento dell’Ares è una garanzia dell’emergenza sanitaria. Stia attento quindi il Presidente Marrazzo ad ulteriori tagli, e calcoli la necessità di potenziare i servizi di emergenza, pensando a nuovi autisti per le nuove ambulanze ed a potenziare anche il servizio di elisoccorso, punto di riferimento importante di tutta l’organizzazione dell’ARES 118.

QUELLO DI MARRAZZO SU ASP E' UN GOLPE

In spregio alle leggi nazionali e regionali vigenti, il Presidente Marrazzo tenta un golpe esautorando due legittimi membri del CdA, al solo scopo di sostituirli con “amici” dell’attuale maggioranza e di bloccare la nomina della Commissione tecnica dell’Asp, che deve verificare i curricula dei 15 partecipanti al bando nazionale per la nomina del Direttore Generale dell’Asp.
E’ quanto ho denunciato oggi in qualità di Vice presidente Vicario della Commissione Sanità del Senato e componente del CdA dell’Asp regionale, insieme al consigliere regionale Tommaso Luzzi, componente della commissione sanità, durante una conferenza stampa presso la sede del Consiglio regionale alla Pisana, alla quale è intervenuto anche il senatore Giuseppe Ciarrapico. L’iniziativa scaturisce dalla lettera inviata il 5 agosto scorso nella quale il Presidente della Regione Piero Marrazzo, appellandosi all’art. 2 della LR 1/2008, ha comunicato ai senatori Domenico Gramazio e Lucio D’Ubaldo, l’incompatibilità alla carica di consiglieri di amministrazione dell’Agenzia di Sanità Pubblica del Lazio (Asp). La nomina e la revoca dei membri del cda dell’Asp è di competenza del Consiglio regionale, che li ha eletti quando nessuno dei due era Parlamentare della Repubblica e quindi nel pieno della eleggibilità. Qualsiasi atto esterno è da considerarsi illegittimo. Tra l’altro la Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari del Senato, nella seduta del 26 febbraio 2008 ha preso una decisione, all’unanimità e specificandone i motivi, che il sottoscritto è eleggibile alla carica di consigliere dell’Asp. E ancora nella seduta del 31 marzo 2009, la stessa Giunta ha ribadito la piena eleggibilità dei senatori Gramazio e D’Ubaldo a consiglieri ASP. Marrazzo deve dire la verità: l’ipotesi d’incompatibilità è priva di ogni fondamento e quello a cui punta è il cambiamento della geografia interna all’Asp attraverso un atto proprio prevaricando i poteri del Consiglio regionale. Per quanto riguarda l’attuale CdA provvederemo alla nomina dei tre esperti della Commissione tecnica, il Magnifico rettore Luigi Frati, il prof. Franco Splendori e il prof. Pierluigi Scapicchio, che verificheranno i curricula di ben 15 partecipanti al bando di concorso; quindi procederemo alla nomina del Direttore Generale dell’Asp scegliendo tra chi risulterà più idoneo. Se Marrazzo deve sistemare meglio direttori generali amici suoi deve farlo altrove non prima di essersi sincerato che abbiano le specifiche competenze per ambire a quei posti e, comunque, agire secondo le regole. Il senatore Ciarrapico, presente alla conferenza stampa, ha espresso “piena solidarietà ed ha annunciato che presenterà un’interpellanza sul caso controfirmata da trenta senatori del PDL.

IL GOVERNO PUNTA ALLA SICUREZZA, SI' ALLE RONDE

5 agosto 2009

Finita la polemica, inizia il lavoro per far sì che le ronde siano, come prevede la legge, affidate a chi realmente intende difendere la legalità e la legittimità. Nulla a che vedere con gli scontri avvenuti alcune settimane orsono fra cosiddette ronde di sinistra e ronde di destra, quegli avvenimenti sicuramente non devono e non possono far parte del bagaglio delle future ronde organizzate nella legalità e direttamente collegate agli organi di sicurezza dello Stato.
Gli italiani vogliono sicurezza ed in questi giorni, grazie al rinnovato accordo in seno al Governo tra i Ministri della Difesa e dell’Interno, è aumentata la presenza dei militari nelle grandi città a sostegno delle forze dell’ordine.
La legge è chiara, non devono esserci emblemi di alcuna forza politica ne di centri pseudo-sociali, ma gli uomini e le donne delle ronde devono essere riconoscibili ed innanzitutto essere cittadini onesti e leali, essere stati appartenenti alle forze dell’ordine o aderenti ad associazioni che hanno come riferimento ben precisi valori, penso innanzitutto ad ex carabinieri, ex poliziotti ed ex appartenenti alle Forze Armate che, con il loro servizio abbiano onorato la divisa indossata. Sicuramente quando vedremo per le strade delle nostre grandi città, così come nei piccoli centri, i volontari componenti le ronde, dovremo comprendere che questi cittadini usano il loro tempo libero anche in funzione della comunità di cui fanno parte, per contribuire a garantire sicurezza alle nostre famiglie. Basta poco per intimorire chi intende delinquere, la sicurezza delle nostre strade deve essere garantita da cittadini che se vedono commettere un reato siano pronti a denunciarlo secondo regole e modalità ben precise. In passato c’è stato chi vedendo commettere reati, ha preferito girare la testa dall’altra parte: aggressioni, violenze devono essere arginate da chi ne ha l’autorità, quindi le forze dell’ordine, ma ai “volontari” spetta l’obbligo di “avvisare” le autorità costituite per poter loro permettere di intervenire rapidamente per stroncare il reato. Se in questa ottica funzioneranno le cosiddette ronde avremmo sicuramente una risposta appropriata al decreto sicurezza, quella che il decreto sicurezza così come approvato dalle camere intende garantire. Siamo contro qualsiasi tentativo, da qualsiasi parte provenga, di far si che le ronde siano viste come uno strumento di qualcuno, mentre nella realtà possono essere solo una sentinella avanzata sulla strada della sicurezza. Credo che vedere le insegne distintive di questi volontari, “armati” di torcia elettrica e telefonino, possa essere realmente un momento di maggiore sicurezza. Il loro utilizzo sotto l’attento coordinamento svolto dalle prefetture in ogni provincia italiana, sarà sicuramente la garanzia di uno strumento che si innesterà sul territorio con la stessa efficacia della Protezione Civile.

MARRAZZO FA RETROMARCIA E DA LA COLPA DI TUTTO AL "POVERO" MORLACCO

La polemica di questi ultimi giorni sul Piano Ospedaliero della Regione Lazio è arrivata veramente alla conclusione. Marrazzo rinvia a settembre il Piano per gli ospedali, dopo che una polemica ad ampio respiro aveva immobilizzato realmente la Regione Lazio. Dall’opposizione e dal Popolo della Libertà il primo grande attacco alla politica sanitaria regionale, una politica che ha visto - come hanno ricordato ripetutamente nell’Aula della Pisana i Consiglieri del Centro Destra - Marrazzo chiedere ed ottenere di essere nominato Commissario ad Acta per il rientro della speda sanitaria. Il Governo ha ceduto alle sue richieste, cambiando addirittura la legge approvata nella passata legislatura, che prevedeva che nessun eletto a livello regionale, quale Consigliere, Assessore o Presidente di Giunta potesse essere nominato Commissario ad Acta per il recupero della spesa sanitaria. Dopo aver mandato a casa l’Assessore alla Sanità da lui stesso nominato, l’ex parlamentare dei DS Augusto Battaglia, Marrazzo rimaneva unico capo e padrone assoluto della sanità regionale, ma ciò non gli bastava. E quando è stato disposto e deciso che anche la Regione Lazio fosse commissariata per il rientro della spesa sanitaria, Piero Marrazzo si è fatto avanti, e dopo numerosi incontri a Palazzo Chigi ha ottenuto finalmente questa nomina. Bisogna ricordare tutto e bisogna ricordare anche che Marrazzo è il Presidente della Regione Lazio, era l’Assessore in pectore della Sanità dopo aver defenestrato Augusto Battaglia, ed è il Commissario ad Acta del Piano di Rientro della Spesa Sanitaria. Qualche giorno fa, sono sceso in campo per ribadire che il sub-commissario per la spesa sanitaria, Dott. Morlacco, non doveva rilasciare dichiarazioni che fossero un vero e proprio atto politico. Scrissi, nella lettera inviata ai parlamentari del Popolo della Libertà eletti nel Lazio, ai Sindaci di centro-destra, al Sindaco di Roma Alemanno e ai Presidenti delle Province, che Morlacco era stato chiamato lì su precisa richiesta del Presidente della Regione Lazio e Commissario ad Acta Marrazzo, il quale voleva avere un vice che facesse i conti. Io ho scritto, e ribadisco, che Morlacco altro non poteva essere che quello che a Roma si chiama ‘l’uomo del conto della spesa’: 2+2 fa 4 e non può fare 5. Ma in queste ore, quando il Piano Ospedaliero viene bocciato dai Sindacati, dalle Organizzazioni dei lavoratori, del mondo sanitario, dalle Associazioni rappresentative dello stesso mondo sanitario e anche, non bocciato ufficialmente ma contestato, da coloro i quali oggi sono i Direttori Generali delle Asl, Marrazzo ieri ha dovuto fare marcia indietro. Una marcia indietro, però, che gli ha permesso di rivolgere accuse pesanti contro Morlacco, responsabile dei tagli, secondo Marrazzo. Per noi, la responsabilità è di carattere politico-gestionale e quindi non può non ricadere solo ed esclusivamente sulle scelte folli di politica sanitaria portate avanti dalla Giunta Marrazzo, anzi portate avanti in modo bipartisan tra Marrazzo e Montino. Ho scritto anche, nei passati giorni, che la sanità era in mano a tre ‘M’: l’attuale attacco che Marrazzo ha rivolto al sub-commissario dimostra chiaramente che il caldo fa male e che l’alta calura della città e della regione Lazio stanno facendo letteralmente perdere il controllo dell’azione politica al Presidente Marrazzo, al suo entourage, alla sua Giunta. Appuntamento, quindi, a Settembre: un appuntamento che, come è stato sottolineato ripetutamente dalle pagine dei giornali, nelle interviste, negli interventi, nelle manifestazioni e negli incontri nelle strutture ospedaliere, vedrà un Settembre nero per la sanità del Lazio, per i suoi operatori, per quanti cittadini dovranno far ricorso alle cure sanitarie. Marrazzo sta preparando un Settembre nero per la nostra sanità.

MARRAZZO COSTRETTO A FARE MARCIA INDIETRO PER IL PIANO PER LA RETE OSPEDALIERA

3 agosto 2009

Tutti contrari ad ogni livello, anche all’interno della maggioranza al Piano delle Rete Ospedaliera che altro non è se non il figlio del Piano di Rientro per la Spesa Sanitaria. Marrazzo, e il suo vice, sono costretti dopo il “tip tap” imposto non solo dal Consiglio Regionale, ma anche da parte del vertice del suo partito, ad aprire un confronto con il Governo. Come l'amico e consigliere regionale, Tommaso Luzzi, sono certo che rimandare tutto a settembre, dopo le opposizioni nate ad ogni livello, ci fa ben sperare che il Piano non sia la penalizzazione del Servizio Sanitario Regionale e che non sia nemmeno il taglio completo dei posti letto nei confronti dei cittadini. Non molleremo la difesa degli interessi del Servizio Sanitario Regionale, la difesa delle professionalità dei nostri Operatori Sanitari, la difesa della garanzia dei posti letto nel Lazio.

DISEGNO DI LEGGE A TUTELA DEI MINORI DALLA VISIONE DI PROIEZIONI CINEMATOGRAFICHE NON ADEGUATE

2 agosto 2009

Per quanto molto si sia fatto per la tutela dei minori nell'evitare la visione di programmi televisivi non adeguati, con l'imposizione di fasce protette, bollini colorati e consigli per la visione assistita, un vulnus a mio parere particolarmente importante esiste per la visione nelle sale cinematografiche, per prodotti cinematografici commercializzati su supporti diversi, per tutta quella parte di materiale cinematografico di promozione che normalmente viene proiettato prima dell’inizio dello spettacolo.
Non vi è alcuna normativa che stabilisca cosa possa essere proiettato o editato in testa ad un film per bambini, cartoni animati o film prodotti “per famiglia”. Per cui, allo stato attuale, nell’attesa della proiezione di uno spettacolo cinematografico possono essere promosse altre pellicole con la proiezione di scene a carattere pornografico o particolarmente violente tali da poter turbare la serenità di chi, soprattutto minore, si appresta alla visione di ben altro genere di spettacolo. In quest'ottica si inserisce il disegno di legge da me presentato assieme al collega Battista Caligiuri (Pdl) che intende tutelare il cittadino, in particolare il minore, dalla indesiderata visione di scene che potrebbero turbarne la serenità, in un contesto che dovrebbe invece contribuire a proteggere la persona. A tale scopo si intende imporre alle sale cinematografiche il divieto assoluto di proiettare durante la programmazione di film per bambini, di cartoni animati o di film prodotti “per famiglia”, così come ai produttori cinematografici lo stesso divieto di editare su supporti commerciali di film per bambini, di cartoni animati o di film prodotti “per famiglia”, promozioni di altre pellicole che contengano scene a carattere pornografico o particolarmente violente. Inoltre con il Ddl si chiede la chiusura delle sale cinematografiche che contravvengono alle disposizioni da uno a sette giorni nonchè un'ammenda da 5.000 a 10.000 euro oltre il sequestro del materiale su tutto il territorio nazionale.