MARRAZZO FA RETROMARCIA E DA LA COLPA DI TUTTO AL "POVERO" MORLACCO

5 agosto 2009

La polemica di questi ultimi giorni sul Piano Ospedaliero della Regione Lazio è arrivata veramente alla conclusione. Marrazzo rinvia a settembre il Piano per gli ospedali, dopo che una polemica ad ampio respiro aveva immobilizzato realmente la Regione Lazio. Dall’opposizione e dal Popolo della Libertà il primo grande attacco alla politica sanitaria regionale, una politica che ha visto - come hanno ricordato ripetutamente nell’Aula della Pisana i Consiglieri del Centro Destra - Marrazzo chiedere ed ottenere di essere nominato Commissario ad Acta per il rientro della speda sanitaria. Il Governo ha ceduto alle sue richieste, cambiando addirittura la legge approvata nella passata legislatura, che prevedeva che nessun eletto a livello regionale, quale Consigliere, Assessore o Presidente di Giunta potesse essere nominato Commissario ad Acta per il recupero della spesa sanitaria. Dopo aver mandato a casa l’Assessore alla Sanità da lui stesso nominato, l’ex parlamentare dei DS Augusto Battaglia, Marrazzo rimaneva unico capo e padrone assoluto della sanità regionale, ma ciò non gli bastava. E quando è stato disposto e deciso che anche la Regione Lazio fosse commissariata per il rientro della spesa sanitaria, Piero Marrazzo si è fatto avanti, e dopo numerosi incontri a Palazzo Chigi ha ottenuto finalmente questa nomina. Bisogna ricordare tutto e bisogna ricordare anche che Marrazzo è il Presidente della Regione Lazio, era l’Assessore in pectore della Sanità dopo aver defenestrato Augusto Battaglia, ed è il Commissario ad Acta del Piano di Rientro della Spesa Sanitaria. Qualche giorno fa, sono sceso in campo per ribadire che il sub-commissario per la spesa sanitaria, Dott. Morlacco, non doveva rilasciare dichiarazioni che fossero un vero e proprio atto politico. Scrissi, nella lettera inviata ai parlamentari del Popolo della Libertà eletti nel Lazio, ai Sindaci di centro-destra, al Sindaco di Roma Alemanno e ai Presidenti delle Province, che Morlacco era stato chiamato lì su precisa richiesta del Presidente della Regione Lazio e Commissario ad Acta Marrazzo, il quale voleva avere un vice che facesse i conti. Io ho scritto, e ribadisco, che Morlacco altro non poteva essere che quello che a Roma si chiama ‘l’uomo del conto della spesa’: 2+2 fa 4 e non può fare 5. Ma in queste ore, quando il Piano Ospedaliero viene bocciato dai Sindacati, dalle Organizzazioni dei lavoratori, del mondo sanitario, dalle Associazioni rappresentative dello stesso mondo sanitario e anche, non bocciato ufficialmente ma contestato, da coloro i quali oggi sono i Direttori Generali delle Asl, Marrazzo ieri ha dovuto fare marcia indietro. Una marcia indietro, però, che gli ha permesso di rivolgere accuse pesanti contro Morlacco, responsabile dei tagli, secondo Marrazzo. Per noi, la responsabilità è di carattere politico-gestionale e quindi non può non ricadere solo ed esclusivamente sulle scelte folli di politica sanitaria portate avanti dalla Giunta Marrazzo, anzi portate avanti in modo bipartisan tra Marrazzo e Montino. Ho scritto anche, nei passati giorni, che la sanità era in mano a tre ‘M’: l’attuale attacco che Marrazzo ha rivolto al sub-commissario dimostra chiaramente che il caldo fa male e che l’alta calura della città e della regione Lazio stanno facendo letteralmente perdere il controllo dell’azione politica al Presidente Marrazzo, al suo entourage, alla sua Giunta. Appuntamento, quindi, a Settembre: un appuntamento che, come è stato sottolineato ripetutamente dalle pagine dei giornali, nelle interviste, negli interventi, nelle manifestazioni e negli incontri nelle strutture ospedaliere, vedrà un Settembre nero per la sanità del Lazio, per i suoi operatori, per quanti cittadini dovranno far ricorso alle cure sanitarie. Marrazzo sta preparando un Settembre nero per la nostra sanità.

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