IL GOVERNO PUNTA ALLA SICUREZZA, SI' ALLE RONDE

5 agosto 2009

Finita la polemica, inizia il lavoro per far sì che le ronde siano, come prevede la legge, affidate a chi realmente intende difendere la legalità e la legittimità. Nulla a che vedere con gli scontri avvenuti alcune settimane orsono fra cosiddette ronde di sinistra e ronde di destra, quegli avvenimenti sicuramente non devono e non possono far parte del bagaglio delle future ronde organizzate nella legalità e direttamente collegate agli organi di sicurezza dello Stato.
Gli italiani vogliono sicurezza ed in questi giorni, grazie al rinnovato accordo in seno al Governo tra i Ministri della Difesa e dell’Interno, è aumentata la presenza dei militari nelle grandi città a sostegno delle forze dell’ordine.
La legge è chiara, non devono esserci emblemi di alcuna forza politica ne di centri pseudo-sociali, ma gli uomini e le donne delle ronde devono essere riconoscibili ed innanzitutto essere cittadini onesti e leali, essere stati appartenenti alle forze dell’ordine o aderenti ad associazioni che hanno come riferimento ben precisi valori, penso innanzitutto ad ex carabinieri, ex poliziotti ed ex appartenenti alle Forze Armate che, con il loro servizio abbiano onorato la divisa indossata. Sicuramente quando vedremo per le strade delle nostre grandi città, così come nei piccoli centri, i volontari componenti le ronde, dovremo comprendere che questi cittadini usano il loro tempo libero anche in funzione della comunità di cui fanno parte, per contribuire a garantire sicurezza alle nostre famiglie. Basta poco per intimorire chi intende delinquere, la sicurezza delle nostre strade deve essere garantita da cittadini che se vedono commettere un reato siano pronti a denunciarlo secondo regole e modalità ben precise. In passato c’è stato chi vedendo commettere reati, ha preferito girare la testa dall’altra parte: aggressioni, violenze devono essere arginate da chi ne ha l’autorità, quindi le forze dell’ordine, ma ai “volontari” spetta l’obbligo di “avvisare” le autorità costituite per poter loro permettere di intervenire rapidamente per stroncare il reato. Se in questa ottica funzioneranno le cosiddette ronde avremmo sicuramente una risposta appropriata al decreto sicurezza, quella che il decreto sicurezza così come approvato dalle camere intende garantire. Siamo contro qualsiasi tentativo, da qualsiasi parte provenga, di far si che le ronde siano viste come uno strumento di qualcuno, mentre nella realtà possono essere solo una sentinella avanzata sulla strada della sicurezza. Credo che vedere le insegne distintive di questi volontari, “armati” di torcia elettrica e telefonino, possa essere realmente un momento di maggiore sicurezza. Il loro utilizzo sotto l’attento coordinamento svolto dalle prefetture in ogni provincia italiana, sarà sicuramente la garanzia di uno strumento che si innesterà sul territorio con la stessa efficacia della Protezione Civile.

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