EMERGENZA AL DEA DELL’OSPEDALE SANDRO PERTINI

15 gennaio 2010

Anche al Dea dell’Ospedale Sandro Pertini regna una grave situazione di caos, scaturita dalla carenza di organico e di posti letto. I medici lanciano da tempo ripetuti appelli per segnalare questi problemi: appelli che, però, cadono puntualmente nel vuoto. Qui la situazione è ormai insostenibile ed oltre al personale medico, a farne le spese come sempre sono, purtroppo, i cittadini”. Lo afferma in una nota il Consigliere Regionale PdL Tommaso Luzzi.
Condivido il dramma, cominciato con la scelta incomprensibile di diminuire i letti di degenza destinati ai malati con pluripatologie. Spesso, poi, i cittadini stazionano per almeno tre giorni nel Dea del Pertini, dove viene definito il loro quadro diagnostico, nel caos più totale, in attesa che qualche struttura di Roma confermi la disponibilità di un posto letto. Tutto questo è inconcepibile: non si possono far attendere persone che necessitano di cure particolari, e che spesso sono costrette a trovare ricovero fuori dalla nostra regione. C’è il forte rischio di andare incontro a conseguenze irreparabili. Il cittadino deve essere tutelato e ha il sacrosanto diritto a cure giuste, immediate e adeguate da parte dell’Ospedale di competenza. Ma non è tutto. Infatti in questa struttura sanitaria non c’è il posto fisso di polizia e questo crea numerosissimi problemi di ordine pubblico, soprattutto quando i medici, pazienti e cittadini si trovano di fronte pazienti tossicodipendenti, con i quali non è sempre facile relazionarsi, che pretendono di essere visitati prima degli altri. Inoltre le proteste dei cittadini, che ogni giorno vivono situazioni di inaccettabile e pessima gestione sanitaria, vanno contro i medici e gli operatori che però non sono responsabili di tutto questo e che, anzi, svolgono il loro lavoro con estrema professionalità e in mezzo a molte difficoltà e ai quali non vengono nemmeno pagate le ore di straordinario. Questo ennesimo episodio di malasanità a Roma, così come in tutto il Lazio, conferma una volta di più l’inefficienza e l’inefficacia di chi tratta la materia sanitaria regionale che invece di risolvere i problemi, ne crea ogni giorno a operatori e cittadini.

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