LA FONDAZIONE SANTA LUCIA RISCHIA IL TRACOLLO

13 gennaio 2010

"Bisogna scongiurare la paventata ipotesi di una drastica riduzione dell’organico della Fondazione Santa Lucia, che metterebbe a forte rischio la struttura stessa e soprattutto la vita dei pazienti ricoverati e i numerosi lavoratori presenti: questa è l’ennesima dimostrazione di quanto l’attuale governo regionale si disinteressi totalmente dei cittadini della nostra regione e della sanità ridotta ormai al collasso”. Così Tommaso Luzzi, Consigliere Regionale PdL che intendo appoggiare pienamente nella sua iniziativa.
Dopo l’accordo di qualche tempo fa in prefettura, che vedeva la sospensione della procedura di mobilità con l’impegno della Regione Lazio a trovare una soluzione sulla Santa Lucia, il Decreto Commissariale n. 88 del 23 dicembre scorso ha invece confermato i criteri generali di cui ai decreti n. 41/09 e 56/09 firmati dall’ex Presidente Marrazzo. In più ci preme sottolineare come il Decreto Commissariale 56 del 28 luglio 2009 ha disconosciuto lo status e la natura di ospedale di rilievo nazionale di alta specializzazione per la riabilitazione neuro – motoria e di IRCSS della Santa Lucia, che al contrario invece si è contraddistinta sempre per l’eccellenza e l’alta professionalità. Voglio ricordare che lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione di un ricovero della sua consorte, ebbe a dire che la Santa Lucia era una struttura ad alta qualità d’eccellenza. Anche l’Ugl e altre numerose organizzazioni sindacali hanno più volte denunciato tutto questo, ma il Commissario Politico abusivo Montino e chi con lui gestisce Sanità e Regione fa finta di nulla, quando ci sarebbero da mettere in atto azioni concrete nell’interesse di chi è penalizzato. I cittadini ne hanno le tasche piene di belle parole, di promesse e di illusioni: i cittadini vogliono una sanità migliore, più rispetto e dignità che in cinque anni di centrosinistra non hanno mai ricevuto. Basta con le prese in giro nei confronti delle persone. In questi anni abbiamo presentato diverse interrogazioni su questa struttura che però ancora attendono risposta dal governo regionale. La negazione di operare come ospedale d’alta specialità, il mancato pagamento mensile delle prestazioni di riabilitazioni extraospedaliere ex art. 26 sospese dal dicembre 2008, la mancanza di presa d’atto da parte dell’Asl Roma C di tutte le cessioni di credito all’Inps e all’Inail effettuate dalla Fondazione faranno sì, se non verranno risolte in breve tempo, che la stessa struttura crolli, e con essa rischieranno pazienti e operatori, che da troppo tempo vedono lo spettro del licenziamento.

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